Mare isola d’Elba e la nave Concordia

Mare isola d’Elba e la nave Concordia: Dopo l’affondamento della nave “Concordia” davanti al porto dell’isola del Giglio cos’è successo all’acqua delle isole dell’Arcipelago Toscano? Che ne è stato dei 6.000 Kg di saponi e delle 5.000 tavolette disinfettanti per wc o dei 5.000 litri di ottimo olio extra vergine d’oliva che si trovavano a bordo della nave?

Mare isola d'Elba

Mare isola d’Elba

E dove sono finiti i solventi, le vernici, gli oli dei motori e gli idrocarburi presenti in gran quantità nella nave prima dell’affondamento? Sono stati fatti controlli? Da chi? Come? Con quali risultati?

Il mare dell’isola d’Elba

A tutte queste domande per fortuna ci sono puntuali risposte e per quanto possa sembrare inconsueto in un’Italia segnata dall’inefficienza della Pubblica Amministrazione, in Toscana c’è qualcosa che funziona puntuale e preciso da molti anni, si chiama ARPAT (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana) il cui sito www.arpat.toscana.it invito a visitare per la chiarezza e la rigorosità con cui vengono trattati i temi ambientali. Sulla Home del sito c’è un banner “emergenza costa concordia” che rimanda ad una specifica sezione riguardante il naufragio della grande nave da crociera.

L’agenzia regionale

L’agenzia regionale è il punto di riferimento per il controllo ambientale, il supporto tecnico-scientifico fornito alla Regione e a tutte le altre istituzioni amministrative regionali e per l’elaborazione dati, informazione e conoscenza ambientale. Il rigore scientifico con cui opera l’Agenzia può ragionevolmente scagionarla da ogni sospetto di “tranquillizzante” dell’opinione pubblica e questo lo si può verificare dall’estrema trasparenza con cui vengono trattati i dati dei rilevamenti.

Nave Concordia

Fin dai primi momenti in cui la nave Concordia urtò gli scogli del Giglio, il battello oceanografico Poseidon, in servizio permanente nelle acque dell’Arcipelago Toscano, fu immediatamente inviato sul luogo del naufragio e da quel 13 gennaio 2012 non ha mai cessato la sua attività di monitoraggio, quotidianamente nei primi giorni e oggi due volte alla settimana. Il piano di monitoraggio è articolato su un ampio spettro di parametri, tali da poter assicurare un’informazione certa sullo stato delle acque e dei fondali.

I rilevamenti

I rilevamenti non vengono eseguiti soltanto in prossimità della nave, ma anche in altre 5 stazioni nelle isole e lungo la costa dell’Arcipelago Toscano, da Montecristo al golfo di Mola all’isola d’Elba ed il monitoraggio non riguarda solo le acque ma anche i fondali, con un piano che si estende nel lungo periodo e riguarda sedimenti e bioaccumuli.

Tutti i dati raccolti, finora in più di 5.000 bollettini, sono disponibili in modo analitico e con i risultati delle analisi sul sito dell’Agenzia insieme ad una selezione di video e notizie su tutti gli sviluppi della vicenda da un punto di vista ambientale, oltre che sul canale Twitter dell’Agenzia stessa.

L’acqua del mare dell’isola d’Elba

A questo punto vi chiederete cosa c’è scritto in questi bollettini, insomma com’è quest’acqua? Cos’è successo ai fondali?

Questa volta è andata bene: anche durante le operazioni di svuotamento dei serbatoi della nave gli idrocarburi sono risultati non rilevabili, e questo vale ad oggi anche per tutte le altre valutazioni di danno ambientale di breve e medio periodo svolte dal battello oceanografico con indagini chimiche ecotossicologiche, idromorfologiche e biologiche su colonna d’acqua, sedimenti e biota (gli organismi marini che vivono sul fondo del mare).

Possiamo a questo punto affermare che l’emergenza Concordia appartiene al passato e anche se i monitoraggi continueranno nel lungo periodo, possono star tranquilli gli ospiti e gli operatori turistici dell’isola d’Elba e delle altre isole dell’Arcipelago Toscano, che col suo Parco Nazionale rimane una delle aree marine più belle e vitali del Mediterraneo e non solo.

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