Fondazione Nuto Revelli premia nuove scrittrici

Il presente e l’altrove: un altro da sé fatto di luoghi, ma anche di persone, di presenze vive che permangono e si passano il testimone del dolore e della sofferenza da una generazione all’altra. Nei quattro testi, due racconti e due poesie, premiati ex-aequo dalla Fondazione Nuto Revelli di Cuneo per il concorso letterario.

Premi della Fondazione Nuto Revelli

“Scrivere altrove 2013”, sezione “Seconda generazione”, affiora prepotente la nostalgia per una realtà che si manifesta in modo chimerico senza farsi mai raggiungere, nella quale la cifra della liquidità, l’acqua, esprime il senso di un vagheggiamento impossibile, che sempre sfugge alla ricerca e insieme determina una continuità nella trasformazione. Le quattro giovani autrici, Claudia Bolboceanu e Lediana Nano, per la poesia, Gracy Pelecani e Irina Turcanu, per il racconto, sono di origine straniera anche se vivono da anni in Italia.

Fondazione Nuto Revelli

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Il concorso, rivolto ai giovani immigrati, nasce dalla convinzione, come si legge nella presentazione del Premio, che “il linguaggio è il primo ponte che si stabilisce tra gli individui e le tradizioni di cui sono portatori: proprio per questa ragione il percorso verso la convivenza tra gruppi che hanno origini e storie diverse passa necessariamente attraverso lo scambio culturale. E, del resto la capacità di esprimere la propria appartenenza e identità è parte sostanziale di ogni progetto di cittadinanza”.

Storie complesse, intriganti, quelle della autrici, sospese tra il mondo lontano delle proprie origini e il presente in Italia da “nuovi cittadini”, che chiedono di esprimere con la parola il loro diritto di appartenenza.

Nel racconto Marina di Irina Turcanu, scrittrice romena che vive a Piacenza, il tema dell’acqua, “il liquido amniotico che rende tutti noi sirene e tritoni, nell’essenza”, si intreccia con quello dell’altrove, dello “scappare da questa grande prigione senza sbarre”, attraverso, forse, quello spazio vuoto, il cielo, dove non esistono confini e dove il vapore che diventa pioggia è anche il segno della possibilità di una trasformazione e, quindi, di un futuro. Claudia Bolboceanu, anche  lei romena, vincitrice con la poesia Cornice della mia infanzia, ritorna alla sua infanzia felice e spensierata a Greci in un piccolo paesino vicino  al Mar Nero insieme ai  nonni paterni. Proviene dall’Albania, in cui ora si trova per motivi famigliari, la terza autrice, Ledi Nano.

La sua poesia Terra sognata, è un’ode ispirata ai barconi di disperati che attraversano il canale d’Otranto o quello di Sicilia. Infine, Gracy Pelacani, di origine brasiliana, fa riferimento al suo Paese con il racconto Giuseppe Vladimiro: in nome del padre, nel quale le vicende drammatiche della malattia e della povertà si tramandano, come in un racconto a fil di voce, tra le generazioni, in un karma che assume la forma dell’ineluttabilità del dolore e della sofferenza.

Quattro belle testimonianza di come la letteratura, incardinata nella vita e nella memoria, possa offrire una chiave di lettura dell’esistenza e, allo stesso tempo, diventare cittadinanza comune, voce universale che parla a ciascuno di noi con accenti diversi.

Fonte: www.all-tv.tv

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